E’ la manifestazione più popolare delle Dolomiti, con circa 7-8.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo, in particolare dai paesi nordici, che si svolge tra Moena e Cavalese nell’ultima domenica di gennaio di ogni anno, percorrendo per 70 km tutta la val di Fiemme e la val di Fassa lungo la strada principale che unisce queste valli . Forse è proprio perchè la gara si svolge accanto alle vie di scorrimento che la rende così popolare, così vicino alla gente, appassionata e non. Puoi trovare tra gli iscritti atleti, ex campioni, ardimentosi e coraggiosi pensionati, semplici fondisti che vogliono mettersi alla prova e che impiegano diverse ore più dei primi arrivati per concludere la prova al calar della sera, che a gennaio giunge inesorabile poco dopo le 17.00. Mi ha talmente appassionato che ormai anche gli amici mi prendono in giro quando sanno che si avvicina il giorno della gara, e sanno che probabilmente sarò la in mezzo a “loro” per catturare le immagini delle loro fatiche, ascoltare gli incoraggiamenti dei tifosi lungo il percorso, mescolarmi tra di loro in una simbiosi agonistica immaginaria, a soffrire il freddo dell’alba alla partenza, quando ancora il sole non è spuntato dietro ai monti di Moena, per poi godere della meravigliosa luce che illumina tutta la vallata mentre i primi atleti sono già in prossimità dell’arrivo, ad ansimare sull’ultima salita verso il traguardo di Cavalese dopo i loro 70 km di fatica vera ed a gioire con loro all’arrivo…. Non nascondo l’emozione nel vedere passare gli atleti che spingono quei bastoncini come forsennati tagliando le tracce sulla neve con una precisione chirurgica, ed ugualmente quando vedo quegli attempati ansimanti, col ghiaccio che si forma sulle barbe imbiancate dagli anni e dal loro stesso affannoso respiro. E’ sempre una grande festa per me, e per tutti i valligiani che si vedono passare migliaia di atleti davanti a casa, a Moena, Soraga, Mazzin, Campitello, Canazei dove si gira per ritornare verso la val di Fiemme tra le case di Predazzo, Ziano, Castello, Molina per poi tuffarsi, sempre lungo l’Avisio, verso l’ultima e micidiale salita da Cascata verso Cavalese, paese che vive brulicante di persone il suo giorno più lungo. Un pensiero speciale non può non andare agli organizzatori che fanno letteralmente i miracoli per far si che la competizione possa compiersi puntualmente ogni anno! Nelle stagioni sempre più avare di neve non è raro vedere una striscia bianca attraversare i boschi e le strade cittadine asciutte come d’estate, striscia che comunque rende perfettamente agibile la pista creando uno scenario veramente inconsueto e per certi versi magico … La vera magia però si ha quando tutta la vallata è ricoperta di neve, quando le piante dei boschi pendono imbiancate e ti sembra di essere in una landa nordica. In quest’ultima edizione 2023 era nevicato a sufficienza, ed è stato bellissimo sdraiarsi in mezzo a quasi un metro di neve fresca per riprendere gli atleti dal basso che vistisi ripresi, mi salutavano come uno di loro….. Questa è la Marcialonga! Il giorno dopo, tutto ritorna alla normalità, quella di un territorio tranquillo e sornione, pronto a stupire chiunque voglia viverlo in ogni stagione dell’anno!







































































































































